Possibili conseguenza degli interventi chirurgici sull'ernia discale
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Come quasi sempre avviene in Medicina, la Chirurgia è stata il primo metodo di cura anche per la sciatica da ernia discale, perché è di concezione più immediata in medicina. Con il passare del tempo l’ulteriore ricerca e l’affinarsi del pensiero sta però portando a cercare metodi sempre meno cruenti e più efficaci come è già avvenuto, ad esempio, per l’ulcera gastroduodenale.
La Chirurgia infatti può aggiungere al danno della malattia il danno inevitabile della manipolazione dell’operatore risultando ulteriormente demolitiva e rischiando di portare, dalla rottura del disco con erniazione del nucleo polposo, all’abolizione completa dello stesso dal lato dell’intervento con gravi conseguenze che potrebbero insorgere subito od anche dopo mesi od anni e che faranno del paziente un malato cronico.
Tutti gli interventi chirurgici possono avere delle conseguenze. Tali conseguenze sono tanto più gravi, quanto più è demolitivo e complesso l’intervento. Per questo il chirurgo cerca sempre il minor trauma, la minor invasività, il minor danno al corpo umano, che, ricordiamo, è una macchina perfetta che tende da sola alla guarigione. Citiamo le più gravi conseguenze che si potrebbero verificare.
- Prima conseguenza: le complicanze tromboemboliche di un intervento chirurgico, di fatto una profilassi anticoagulante può diminuire il rischio che queste si presentino dopo l'intervento, ma non eliminalo completamente.
- Seconda conseguenza: Dopo l’intervento residua sempre una fibrosi cicatriziale che potrebbe, se ipertrofica o non “regolare”, comprimere ed irritare il nervo interessato per il resto della vita.
Conseguenze dell’intervento tradizionale (con emilaminectomia e discectomia)
potrebbe portare ad una alterazione del concetto biomeccanico per il quale la colonna umana è stata costruita, se ciò si verifica la colonna si indebolisce e si crea instabilità e quindi dolore.
Conseguenze dell’intervento neurochirurgico (microdiscectomia)
- La prima conseguenza: della microdiscectomia è che mancando un disco, asportato con l'operazione, il disco soprastante e quello sottostante lavoreranno di più (i dischi sono gli “ammortizzatori” del corpo umano), questo determina un aumento del rischio di rottura anche di questi due dischi che porterebbe allo sviluppo di nuove erniazioni (non sono pochi i pazienti con ernie multiple). Il fenomeno si verifica specialmente nei soggetti che fanno attività fisica pesante o che sono obesi.
- La seconda conseguenza: è l’inclinarsi lateralmente della colonna, dal lato operato dove viene a mancare lo “spessore del disco” (scoliosi).
- La terza conseguenza: dovuta alla scoliosi, è che le faccette articolari tra le due vertebre interessate possono andare incontro ad una sindrome dolorosa chiamata “Kissing Spine” e ad una artrosi precoce con conseguente restringimento del canale e maggior probabilità di intrappolamento del nervo e quindi ulteriore ricomparsa del dolore.
- La quarta conseguenza: è l’attrito da contatto delle limitanti somatiche prospicienti il disco operato con formazione di osteofiti causa di lombalgie ribelli.