la Rachialgia ovvero il mal di schiena
malattie
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RACHIALGIE
La colonna vertebrale protegge il midollo spinale; formata da 24 vertebre, distanziate tra loro dai dischi intervertebrali, permette (con l'elasticità dei dischi stessi) di flettere, estendere e ruotare il busto.
Il disco intervertebrale è il "perno" sul quale avvengono tutti i movimenti delle vertebre e dalla correttezza di questi movimenti dipende l'eventuale stato degenerativo dei dischi stessi.Il movimento è guidato dalle faccette articolari posteriori sistemate dietro il corpo di ogni vertebra in numero di due; ogni disco è solidale con la vertebra superiore e inferiore e crea uno spazio dal quale sbucano le 24 paia di nervi periferici.La colonna vertebrale non è rettilinea.
Il tratto cervicale è in "lordosi" così come quello lombare, mentre quello dorsale è in "cifosi": in questo modo la colonna è "molleggiata" e adempie al meglio alle sue funzioni di movimento.
L'attività motoria e sportiva svolta correttamente e con continuità ha molti vantaggi. In particolare: migliora il nutrimento del disco e delle cartilagini vertebrali; riduce la sensibilità ai dolori di schiena; aumenta la tolleranza al dolore; diminuisce le recidive in chi soffre di lombalgia. Ma anche l'atleta può soffrire di dolori vertebrali: posture e/o movimenti non corretti, traumi e microtraumi ripetuti e stress psicologici ne possono essere le cause.
I dolori, soprattutto nell'atleta amatoriale, possono dipendere anche da una scarsa o errata preparazione atletica e/o tecnica. La localizzazione più diffusa del dolore è quella lombare, tratto della colonna sottoposta al maggior carico.
Il rachide, al di là dei problemi che gli sono propri, è il luogo di concentrazione per eccellenza di tutte le aggressioni o disequilibri, qualunque sia la loro provenienza.
DEFINIZIONE
Le rachialgie comuni, o aspecifiche, dell'età evolutiva sono i dolori vertebrali in cui non sono identificabili patologie di fondo che ne spieghino l'origine. Negli ultimi anni, infatti, un numero crescente di studi ha dimostrato che il dolore in età evolutiva, sia pure di non elevata intensità, è piuttosto comune, con una prevalenza che varia tra il 30 e il 50%: per i dolori cronici viene riportato il 3-5%.
Tra le possibili cause di rachialgie va evidenziata in particolare la spondilolistesi, uno spostamento sul piano sagittale di una vertebra rispetto alla sottostante. Di solito si tratta di uno spostamento in avanti, essendo molto rari i casi di retroposizione, in particolare nei bambini.
Nel corso della nostra vita potremo avere eventi involutive e reattogeni e nel momento in cui una persona è sempre stata bene, subisce un evento emotivo, traumatico, patologico, stress e può sviluppare momentaneamente una sindrome involutiva.
Nell’arco della giornata noi possiamo avere momenti di reattogenicità e momenti di involuzione e, quindi, presentare minime variazioni di frecce; naturalmente più siamo in condizioni di salute ottimale, meno queste variazioni si vedono.
Effettivamente, poi, quando facciamo le nostre valutazioni le dovremo fare sempre alla stessa ora per evitare o meno quest’oscillazione durante il giorno. Chiaramente non possiamo evitare tutti gli altri eventi che arrivano in conflitto col nostro sistema tonico-posturale, quindi, il resto lo si deve valutare con l’anamnesi.
FATTORI DI RISCHIO IN ETÀ EVOLUTIVA
L'ETÀ: con il passare degli anni la prevalenza di dolori aumenta, sino a raggiungere quella dell'età adulta tra i 16 e i 20 anni
IL SESSO: ne soffrono di più le donne
LA FAMILIARITÀ: fattori genetici, ambientali e/o psicosociali
UN'ANAMNESI positiva per traumaIL FUMO
STARE SEDUTI A GUARDARE LA TV E STARE SEDUTI IN GENERALE
FAR FATICA A TRASPORTARE LO ZAINETTO SCOLASTICO E SENTIRLO PESANTE
L'ARTICOLARITÀ RIDOTTA DELLE ANCHE E DELLE GINOCCHIA E QUELLA DEL RACHIDE ridotta in estensione o aumentata in flessione
L'ELASTICITÀ MUSCOLARE RIDOTTA DEGLI ISCHIO-CRURALI E DEI QUADRICIPITI LA FORZA RIDOTTA DEGLI ADDOMINALI se associata a ridotta elasticità degli ischio-crurali
LO SPORT competitivo o comunque elevati livelli di attività fisica
LA DEPRESSIONE E LO STRESS EMOTIVO
LA POSTURA IN IPERLORDOSI
LA FORZA: ridotta resistenza in isometrica degli addominali e degli estensori del tronco;
UN BASSO LIVELLO DI ATTIVITÀ FISICA.